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Carlino Mezzolitro e i più belli del reame

Carlino Mezzolitro e i più belli del reame

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Disegno di Giovanna Certo

Nota del personaggio.

Tengo a precisare che la mia assenza di circa tre mesi non è dovuta

a scarsa vena creativa dell’ autore. Anzi…tuttaltro! Quella grandissima

camurria e… (lasciamo perdere, che mi becco una querela per diffamazione)

si è messo in testa di scrivere di una commedia di tre atti.

E, cosa grave, l’ha anche terminata…poveri disgraziati coloro che la dovranno

recitare…

Il “signorino” mi ha lasciato nel Paese dei Sogni con Paperone che non sapeva

dove nascondere i soldi, con il Lupo Cattivo che non sapeva dove nascondere

la nonna, con Cenerentola che non sapeva dove nascondere la scarpina…

Un caos, una confusione, ma fortunatamente, il cardiologo, il ”littirato” si è

ricordato di me e eccomi qua, pronto a una nuova avventura.

Carlino Mezzolitro si guardava allo specchio. Si trovava carino, ma non bellissimo.

Come fare a migliorarsi? Con la macchinetta iniziò a definire meglio le basette,

una sfoltita alle sopracciglia e via gli odiosi peli delle orecchie.

Ritornò alla carica: ma il responso dello specchio fu deciso, netto, negativo.

Pensò alla chirurgia estetica: una sistemata al naso, una limata al sottocollo,

una “gonfiata” agli zigomi. Già, ma con quali soldi? Il vecchiaccio maledetto e la

sua stramaledetta gratuità! Le finanze di Carlino somigliavano alla temperatura

di Berlino nel periodo invernale, le tasche avevano si e no qualche spicciolo,

le bollette attendevano tempi migliori per essere pagate…

E mentre malediva, senza reticenza la causa della sua indigenza, eccolo, lo

squillo del telefono e poi la voce stridula del Vecchio, detto il Saggio.

-Allarme, allarme, allarme! Allarme Bellezaaaaaa! Corri! Corri subito!

Carlino, il Mondo ti chiama!!!

Il nostro eroe pensò “Chiamo un geronto-psichiatra e finisce lì”. Ma poi,

spinto dal quel so che di buono che aveva dentro e che non riusciva

a perdere, partì per la Via dei Sogni al Numero che ne so.

-Che succede!?, ma che sarà mai!

L’anziano.

-Un mio amico d’infanzia Aristide De Grazias vive in un’isola nota per la

vanità dei loro abitanti, da qui il nome Vanerrima. Mi spiegava che però

questo atteggiamento è diventato fobico, compulsivo, esagerato…

insomma, ci vede qualcosa di losco…pensa che finirà male.

E mi chiami per questo per qualche trucco e qualche doccia in più?

Meglio luridi, o magari zozzoni come, come…

Come, chi?

-Lasciamo perdere, tanto ha sempre ragione lei…mi dia l’indirizzo.

-Caro, caro… ecco tutto pronto, vai con la Fata Turchina…è lontano.

Obbedì mugugnando, fece un fischio alla maga e partirono in volo.

Vanerrima era lontana e bellissima…

Un paradiso di giardini, cascatelle, ville liberty…che bello sorvolarla!

E un profumo…Si, di quelle fragranze esotiche e inebrianti.

Man mano che atterravano più forte, sempre più forte…

E allora alla ricerca di Aristide De Grazias.

Lo trovarono in una casa semplice, senza fiori, senza bellezza.

Semplice, di una semplicità quasi severa.

Anziano, magro, emaciato, stanco e preoccupato.

Avete notato che la mia casa è diversa, diversa dalle altre!

Fuori, fuori…sembrano pazzi! Escono dai parrucchieri e via

nelle beauty farm e poi, tutti nei negozi a cercare gli abiti,

i più beli, i più costosi e poi…la caccia ai profumi…i più

esclusivi, e poi le gare di bellezza… miss qua e mister là…

tutto inutilmente?

Carlino Mezzolitro.

-Ma , mi scusi ,cosa c’è di male? Anche la Fata Turchina, si trucca,

si profuma…io non la capisco!

-Caro giovane, sta succedendo un guaio, la polizia sa, i servizi segreti pure…

ma non fanno trapelare nulla… le persone scompaiono… sono già

una decina in poche settimane… E poi, questo profumo per le strade

è diventato più forte, più intenso…

-Beh, caro Aristide faremo un giro per capire meglio.

E coì i due andarono in giro per Vanerimma.

Tutti belli, tutti pronti a un intervento di chirurgia plastica per migliorarsi,

e quel profumo così intenso, inebriante…

Un cartellone pubblicitario recitava: Meglio belli e malati che sani e brutti.

Insomma file, file dappertutto… Carlino e la Fata erano coinvolti e al

tempo straniti… Si avvertiva un’aria di felicità diffusa.

Girando furono impressionati da una lunga fila alla profumeria ”Wandissima”.

Carlino decise un acquisto con i pochi spiccioli in tasca…e si misero in coda…

Passarono un paio d’orate (non pesci) e si trovarono di fronte, pronta a servirli,

la titolare Wanda, per l’appunto.

Bellissima, biondisssima, sciantossisima, non più giovane, gentile.

-Cosa cerchi caro?

-Un pettine…, una lacca…, o un deodeorante…, una cosa che costi poco…con il mio lavoro…

-Che lavoro fa?

-Faccio il supereore, salvo il mondo dal male, ma il vecchiaccio mi tiene stretto…, lo possino…

Storia lunga…mi faccia uno sconticino…

A quelle parole Wanda si cambiò in volto, si fece truce: fu un attimo, Carlino bevve il mezzolitro e

lei sembrò impazzire.

– Maledetti! Maledetti! Anni fa sposai uno straniero buono, bravo, di nome Giuseppe, ma brutto, brutto

assai…Non fu accettato dalla comunità e una notte lo rapirono.

Venni a sapere che lo avevano annegato al largo dell’isola nel timore che potessimo avere figli, figli

brutti…

Per anni ho meditato la vendetta e ora… ci siamo!

Il profumo che sentite è una trappola che ruba l’anima… quando i “belli” hanno raggiunto l’estasi,

eccoli scomparire, perché senza anima si cuore… e così moriranno tutti. Tutti! Tutti!

Carlino azionò la doppia razione e Wanda crollò.

-Basta, non mi torturare più con questi occhi benevoli.

Ho capito! Ho capito! Rinuncio!

Il profumo cessò, gli uomini e le donne tornarono sobri e per prima cosa, ruppero

gli specchi. Molti si abbracciarono… Piangendo, felici, per lo scampato pericolo.

I dispersi, salvati, non vollero più tornare a Vanerrima.

La nostra storia termina (come sempre) con Carlino e la Fata dall’anziano.

-Cari, cari, Vanerrima è salva, e forse pure il mondo…

Di buonumore parafrasando Dostoevskij.

-La bruttezza salverà il mondo. La bruttezza salverà il mondo.

Francesco Certo