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Riflessioni

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di Aldo Di Blasi                        

Fra pochi giorni sarà un mese dalla dipartita di Franco Providenti, past Presidente del Tribunale

dei Diritti del Malato e fondatore della Lega Antidroga Messinese, nel 1983. Ai funerali, il Vescovo Ausiliare Mons. Di Pietro ha fatto una pregevole omelia, percorrendo in maniera eccelsa il corso della vita del defunto. Alle esequie in Duomo non c’era molta gente, tanto da far dire a uno storico Operatore della Comunità Incontro, Antonio Farinella, originario di Palermo, ma da sempre attivo in Messina e Provincia nel settore delle dipendenze, che “Messina è una Città strana e soprattutto che dimentica”. Si può comprendere l’assenza dei suoi avversari politici, contrari alle sue scelte di campo durante la sua Sindacatura, rimasti allora inaspettatamente esclusi  dall’amministrazione della Città, ma non era presente la “sua” società civile, su cui Egli faceva affidamento per cambiare il modo di fare politica, e che non lo ha sostenuto dopo il primo mandato. Ma a prescindere dai fatti politici, su cui non voglio soffermarmi a riflettere, il Duomo e la piazza antistante sarebbero dovuti essere gremiti da centinaia di persone, dai familiari degli ex “ragazzi” che con la sua lungimirante opera di volontariato con la LAM, Egli e i validi e motivati suoi collaboratori, hanno   contribuito a tirare fuori dal tunnel della droga, a salvarli dal degrado, dall’abbrutimento, dal carcere, dalle malattie e spesso dalla morte, per over-dose o per AIDS. Sono stati tantissimi i giovani e meno giovani con problemi di tossicodipendenza, spesso ormai considerati “persi” e irrecuperabili, aiutati e seguiti, anche ricercati ad uno ad uno nelle piazze di spaccio, in contrasto coi trafficanti, con l’intento anche di dar loro un futuro decoroso nella legalità. Col motto “Dalla droga si esce”, ha portato avanti la sua battaglia, col suo personale carisma e il prestigio di essere Magistrato impegnato contro le mafie ( ricordo che per un certo periodo, dopo un attentato incendiario dimostrativo,sono andato a prenderlo a casa come autista-guardia del corpo).

E’ stato supportato da un folto gruppo di volontari di ogni estrazione, sacerdoti, sportivi, professionisti,insegnanti, imprenditori,gente comune, affiancati nel tempo da persone direttamente o indirettamente coinvolte nella dipendenza, talvolta in situazioni di disagio acuto o che lo avevano già affrontato e superato. Ha saputo instaurare una efficace rete

di rapporti  privilegiati con le Comunità Terapeutiche d’Italia, la Comunità Incontro di Don Pierino Gelmini (a cui aveva fatto concedere e ristrutturare la Villa Greco a Badiazza), la Comunità di

San Patrignano di Muccioli, la Comunità Terra Promessa di Padre Sorce, le Forze dell’Ordine, le Parrocchie, le Scuole e infine col Centro Diurno della LAM 85 in Contrada Zucchera. Vero è che i mezzi d’informazione cittadini hanno espresso tutti cordoglio e profonda stima per l’ex magistrato ed ex sindaco. Lucio D’Amico sulla Gazzetta del Sud ha scritto: “Ha segnato la Storia messinese degli ultimi decenni, da magistrato, da uomo impegnato nel volontariato e da sindaco della sua città, in un periodo breve (4 anni) ma intensissimo, tra il 1994 e il 1998  ”.  Un noto uomo politico siciliano, Beppe Lumia, già presidente della Commissione parlamentare Antimafia e senatore per due legislature, proveniente dalla FUCI e dal Movimento del Volontariato come Providenti, lo ha ricordato come “una bella e qualificata personalità che ha saputo mettersi al servizio della società e della politica, un bell’esempio per una classe dirigente che vuole coniugare legalità costituzionale e sviluppo sostenibile socialmente e ambientalmente”. 

Ma  “Messina è una Città strana e soprattutto che dimentica”.