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Incidenti domestici nei bambini: incidenza, conoscenza e prevenzione

Incidenti domestici nei bambini: incidenza, conoscenza e prevenzione

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di Ilaria Sanzarello, Biagio Zampogna, Matteo Nanni, Danilo Leonetti
Dipartimento BIOMORF – Università di Messina

Casotte, capanne, tende, rifugi improvvisati…. sin da piccoli la casa è sinonimo di sicurezza e protezione, il luogo sicuro per eccellenza, quello dove nulla può accadere. Gli eventi storici in cui siamo stati recentemente coinvolti hanno rafforzato la consapevolezza che la nostra casa fosse, in assoluto, il luogo più sicuro e l’ambiente più protetto dove trascorrere il tempo. Questa convinzione è frutto anche della grande familiarità che ognuno di noi possiede nei confronti della propria abitazione e, quindi, dal conseguente abbassamento dei meccanismi di difesa che si attuano maggiormente quando ci si trova in un ambiente esterno.
Tuttavia le indagini statistiche pongono proprio l’abitazione come uno dei luoghi a maggiore rischio di incidenti e i bambini fanno parte di una delle categorie più esposte a questo rischio. Ogni anno nel nostro Paese si registrano infatti oltre 600000 accessi al pronto soccorso pediatrico conseguenti ad infortuni domestici. L’incidenza è più elevata nel sesso maschile per la maggiore predisposizione ad esporsi ad attività ludiche più rischiose e l’età del bambino incide molto sulla tipologia del rischio.

Incidenti domestici
Per incidente domestico si intende un infortunio, conseguente ad un atto non volontario, che comporta la compromissione dello stato di salute di una persona e che si verifica all’interno di un’abitazione o dei suoi spazi esterni (balcone, giardino, garage, cantina, scala etc).
In base all’età del bambino esistono rischi di infortunio differenti, tra tutti gli eventi i più comuni sono rappresentati dai traumi osteo-articolari che cambiano per frequenza e caratteristiche in base all’età. A partire dai 4 mesi, quando il bambino acquisisce un discreto controllo motorio e la capacità di rotolare, il rischio principale è la caduta da un ripiano alto (fasciatoio, letto etc) con conseguente possibilità di traumatismi cranici o fratture principalmente degli arti superiori e della clavicola ma non sono escluse anche possibili fratture di altri distretti corporei. In caso di traumatismo cranico è bene osservare l’eventuale presenza di un pianto inconsolabile e continuo nel tempo, episodi ripetuti di vomito, sonnolenza eccessiva, convulsioni. Nell’80% dei casi un trauma cranico non comporta alcuna conseguenza, tuttavia qualora fosse presente un atteggiamento del bambino differente dal solito è sempre necessario rivolgersi al Pronto Soccorso più vicino per accertarsi dell’effettivo stato di salute del bambino. In caso di fratture clavicolari invece il bambino può lamentarsi durante i movimenti di sollevamento del braccio come avviene per il cambio della maglietta e presentare una tumefazione nel tratto compreso tra il collo e la spalla ovvero lungo il decorso clavicolare. Il sospetto di altre lesioni osteo-scheletriche nasce invece quando, osservando l’atteggiamento del bambino, questo tende a non utilizzare improvvisamente un intero arto o un distretto corporeo specifico pur continuando a svolgere le sue normali attività di gioco. I bambini molto piccoli infatti difficilmente riescono a localizzare un dolore e tendono spontaneamente, per difesa, ad annullare completamente l’utilizzo dell’intero arto interessato da un trauma.
Dopo l’anno di età, ovvero quando il bambino impara a camminare e via via anche ad arrampicarsi, i traumi possono avvenire anche in maniera più violenta con caduta dalle scale o da ripiani alti, scivolando dentro la doccia o semplicemente su una palla che rotola e possono essere più frequentemente interessati anche gli arti inferiori.
Un altro episodio relativamente frequente nella fascia di età sotto i 5 anni è la dislocazione del gomito comunemente definita “pronazione dolorosa”. Questa è dovuta allo scivolamento del radio sotto il legamento che generalmente lo tiene ancorato alla sua sede. La pronazione dolorosa avviene come conseguenza di un movimento di strattonamento dell’avambraccio nel tentativo di tirare il bambino a sé, come avviene nel movimento di afferrarlo per evitare una caduta o durante il gioco dell’altalena tirandolo per le braccia. Nel caso di pronazione dolorosa il bambino lamenta dolore immediato ed esclude automaticamente il braccio interessato dall’utilizzo, il braccio si presenta dunque appoggiato al fianco e ruotato verso l’interno. In questo caso è necessario informare il proprio pediatra dell’accaduto o recarsi al pronto soccorso più vicino per eseguire, in tempi rapidi, la manovra di riposizionamento del radio. Si tratta di una manovra che, se effettuata correttamente, consente al bambino di eliminare immediatamente il dolore e ritornare ai suoi giochi senza alcuna limitazione. Anche qualora l’episodio dovesse ripetersi nello stesso bambino non comporta quasi mai conseguenze né limitazioni funzionali all’utilizzo del braccio interessato.
Oltre ai traumi contusivi o fratturativi, che rappresentano gli incidenti più frequenti, esiste anche il rischio di traumi lacerativi come le ferite da taglio, seguiti da ustioni, incidenti di soffocamento o ingestione di sostanze nocive o corpi estranei.

Prevenzione incidenti domestici bambini
Il mondo in cui ci muoviamo è disegnato a misura di adulto. I luoghi pubblici, i locali, i mezzi di trasporto, i mobili e gran parte degli oggetti di cui sono piene le nostre abitazioni sono pensati e realizzati senza tenere in considerazione la possibilità che un bambino ne faccia un uso differente da quello per cui è stato immaginato.
Persino alcuni giocattoli, quando non adeguatamente conformi alle norme di sicurezza vigenti nel nostro Paese, o se scelti per un’età differente di utilizzo, possono rappresentare un potenziale rischio per il bambino.
Per l’elevata possibilità di ricorrere ad incidenti domestici, il Ministero della Sanità Pubblica, e poi singolarmente anche alcune regioni, hanno stilato differenti decaloghi di misure preventive da attuare per limitare al massimo il rischio di infortunio in ambiente domiciliare.
E’ difficile immedesimarsi nello splendido mondo immaginifico del bambino ed è difficile riuscire a prevedere tutti i potenziali rischi presenti in una casa, così basta un attimo di distrazione e la tenda del salotto diventa la liana di una giungla, il divano un vascello di pirati con trampolino e la libreria una vetta da scalare….e quello stesso bambino, che fino al giorno prima stava seduto appena, il giorno dopo si arrampica sorridente e inconsapevole sui gradini di una scala a pioli lasciata aperta per pulire i lampadari… Ma i bambini sono fatti (per fortuna) così! Tremendamente curiosi, decisamente impavidi, ineluttabilmente incoscienti, meravigliosamente entusiasti e assolutamente imprevedibili!
Prevenire un incidente non è chiudere i bambini in una bolla di plexiglas o sperare di tenerli ancorati ad una sedia ma piuttosto mettere in atto qualche accortezza utile a limitare, pur non escludendolo, il rischio di farli incappare in un infortunio accidentale. L’azione preventiva più importante è quella di offrire ai nostri bambini, quando si muovono dentro le pareti domestiche, la stessa attenzione che gli si porge quando ci si trova in ambienti esterni senza mai perderli d’occhio, soprattutto quando sono molto piccoli, e non mancando così di assecondare il loro importante desiderio di scoperta e curiosità.
Nel decalogo di azioni utili alla prevenzione c’è sicuramente quello di applicare i cancelletti alle scale, le reti alle inferriate, i lucchetti alle finestre, togliere le sedie dai balconi, non allontarsi mai dai fasciatoi, mettere le spondine ai letti, fissare i mobili ai muri,

Statistiche
Parlare concretamente dei numeri aiuta spesso a rendersi realmente conto di quanto il rischio di incorrere ad un incidente domestico sia effettivamente elevato. Nel nostro paese un ricovero su 5 in età pediatrica è dovuto ad un incidente e il 60% di incidenti dei bambini di età compresa tra 0 e 4 anni avviene in ambiente domestico, con conseguenze talvolta molto gravi.
Un maggior numero di incidenti si registra, inoltre, in famiglie con basso reddito, basso grado di istruzione o che vivono in case particolarmente affollate. La cucina rappresenta, per donne e bambini, Il luogo della casa a più alto tasso di incidenti con il 40% del totale.
La causa più frequente di incidente nelle abitazioni è la caduta (55%), seguita dal taglio (17%), urto e schiacciamento (14%), dall’ustione termica o chimica (7%) o da cause elettriche.

Incidenti domestici mortali
Nella nostra nazione, ogni anno, si registrano circa ottomila incidenti domestici con esito fatale. Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti notevoli progressi in termini di prevenzione, ancora adesso gli incidenti domestici rappresentano la prima causa di morte nei bambini o possono comportare disabilità gravi e permanenti.
La fascia d’età da 0 a 1 anno è quella che presenta un rischio di gravità maggiore, i bambini di questa età sono maggiormente esposti al rischio di soffocamento dovuto ad ingestione impropria di oggetti estranei. Andando avanti con l’età aumentano invece i rischi legati alle cadute con possibilità di traumatismi talvolta severi.
Il grande numero di incidenti domestici che colpiscono ogni giorno la nostra popolazione e i nostri bambini (anche con esito fatale) dovrebbe far riflettere sulla necessità di porre maggiore attenzione alla reale sicurezza delle nostre abitazioni nonché delle nostre abitudini sbagliate perché se è vero che non si può chiedere ad un bimbo di essere prudente, si deve chiedere al genitore, o a chi lo accudisce, di non sottovalutare ogni possibile insidia presente all’interno delle proprie abitazioni.