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Con il seminario dedicato alla comunicazione concluso il ciclo di 4 webinar rivolti ai docenti

Con il seminario dedicato alla comunicazione concluso il ciclo di 4 webinar rivolti ai docenti

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Tra le suggestioni fornite si sottolineano il valore della rete e l’importanza della relazione nelle scuole, nelle comunità e nella sanità

Si conclude una fase e se ne apre subito un’altra. Ha il carattere dell’operatività e, soprattutto, un’impostazione costante di condivisione la collaborazione tra Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia (USR), Rete Civica della Salute (RCS) e Conferenza dei Comitati Consultivi delle aziende sanitarie (CCA).

Così l’ultimo dei 4 webinar pensati come opportunità di riflessione comune su “Educazione Civica e Salute bene comune” diventa occasione di avvio del dialogo propedeutico agli incontri in presenza con gli studenti. Ne parla Ignazio Testoni, docente assegnato all’USR Sicilia sui Progetti Nazionali. Le fasi successive di questo progetto sperimentale – spiega – prevedono infatti la partecipazione attiva degli istituti di II grado della Sicilia, dei docenti e degli studenti, che diventano protagonisti dello sviluppo di questa iniziativa e dello scambio di esperienze e conoscenze che avranno luogo in presenza, in aula, grazie anche al contributo degli esperti che sono intervenuti nei webinar e dei tutor civici della RCS. E Bernardo Moschella, dirigente USR Sicilia, coglie l’occasione per ricordare, «in questa che non è una conclusione ma un inizio», che l’Ufficio Scolastico ha attivato una rete dei referenti per questo progetto negli Ambiti Territoriali, gli ex Provveditorati agli Studi, i quali faranno da legame operativo per far pervenire osservazioni, proposte, richieste da parte delle scuole.

 La comunicazione e la “capacità di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuale” sono proprio i temi del quarto webinar, dedicato all’asse “Cittadinanza digitale” dell’Educazione Civica. Nella sindemia in cui ci troviamo immersi nel mondo globalizzato – che Pieremilio Vasta, ideatore e coordinatore della Rete Civica della Salute sintetizza come «insieme di patologie pandemiche non solo sanitarie, ma anche sociali, economiche, psicologiche, dei modelli di vita, di fruizione della cultura e delle relazioni umane» –  si aggiunge «drammaticamente la guerra nel nostro continente ed il ritorno prepotente di memoria dei peggiori drammi della convivenza umana vissuti nel secolo scorso. Una dura realtà che strattona da vicino le nuove generazioni europee mentre sono protese al nuovo orizzonte della salvezza ambientale della terra, trascinandoli alla consapevolezza che libertà, democrazia e giustizia non sono conquiste stabili ma valori fragili da difendere con i lumi della ragione e dello spirito».

Il seminario – che registra, al pari di quelli precedenti, circa 500 partecipanti – offre anche l’opportunità di recuperare l’intervento di Salvatore Cocina, dirigente generale del Dipartimento Protezione Civile della Regione Siciliana, che per motivi tecnici non ha potuto relazionare nel seminario precedente dedicato all’ambiente. L’esperto parla di “allerta tempestiva” e comincia con un’affermazione-paradosso che centra perfettamente il leit motiv del ciclo di webinar, ovvero la cittadinanza agita e responsabile. «Non ci sarebbe bisogno della Protezione Civile se i cittadini fossero tutti messi nelle condizioni e in possesso delle capacità di auto-proteggersi». La comunicazione – aggiunge – è fondamentale anche in questo settore. È grazie all’informazione che si è riusciti a far comprendere il valore degli avvisi sugli eventi avversi alla cittadinanza, fondamentali soprattutto in Sicilia che «è una palestra di calamità naturali ed è territorio reso particolarmente fragile da decenni di ritardi della politica nel campo degli investimenti e delle programmazioni in tutela dell’ambiente». «Un cittadino avvisato e che segue norme precauzionali aiuta se stesso, naturalmente, ma aiuta anche la sua comunità. Il diffondersi di buone pratiche parte dalla conoscenza dei dati, transita anche dall’impegno straordinario del volontariato e in genere dei gruppi sociali organizzati e oggi deve focalizzarsi, in particolare, sull’obiettivo di coinvolgere e rendere partecipi anche quelle quote di popolazione che rimangono estranee ai meccanismi di tutela e di autotutela».  A partire – conclude – dal «formare e informare le coscienze dei più giovani, che sono capaci di incidere positivamente sui nuclei familiari. È questa la strada primaria da percorrere ed è quella che sta al cuore dell’iniziativa di Ufficio Scolastico e Rete Civica».

L’accento posto da Cocina sul valore della comunicazione lega l’intervento sulla Protezione Civile alla relazione a due voci di Alessia Cotroneo e Giuseppe D’Avella e alle sottolineature di Iria Cogliani (tutti esperti dell’agenzia iTAM srl e soci della no profit Parliament Watch Italia focalizzata sul monitoraggio civico). I quali partono dalla “questione pandemia” per parlare di infodemia, nuovi modelli di consumo, produzione e distribuzione delle notizie, “bolla informativa” e attenzione selettiva, si indicano alcuni degli “antidoti” possibili, la verifica anzitutto, e poi la consapevolezza che i social sono “contenitori” e non fonti, e ancora l’importanza della trasparenza, dell’accessibilità, della chiarezza e della completezza dei dati quali fattori irrinunciabili di una cittadinanza agita e responsabile, e forniscono anche “istruzioni per l’uso”, dalle buone abitudini (a partire dal Manifesto delle parole non ostili) alle fonti attendibili (dalla Fondazione GIMBE a Open Data). Per concludere con casi specifici che illustrano bene come una carenza di informazioni impatti direttamente sulla vita di una comunità (per esempio, il 12 gennaio di quest’anno mentre l’intera area del Trapanese era “zona arancione” secondo le regole di monitoraggio e contenimento del Covid, il neonato Comune di Misiliscemi restava “giallo” per “mancanza di dati ufficiali sul contagio”, con tutto ciò che da questo derivava).

A riprova arrivano le parole di Salvatore Gullotta, coordinatore provinciale RCS Catania e medico di famiglia, che ricorda il valore della comunicazione con il paziente. Il medico di famiglia – sottolinea – si trova nella posizione ideale per intraprendere discussioni che riguardino temi difficili e sensibili, come per esempio la morte, la violenza intra-familiare, l’uso di sostanze, l’interruzione di una gravidanza. Comunicazione e ascolto sono dunque fondamentali. La conclusione è che l’empowerment del paziente (la sua presa di consapevolezza e la sua azione consapevole) è la leva più importante per un miglioramento costante del Sistema Sanitario. E ricorda la sensibilizzazione dei medici di famiglia per le vaccinazioni anti-Covid attivata con una vera e propria campagna pubblica proprio dalla Rete Civica.

Gli fa eco Paolo Rugolo, coordinatore provinciale RCS Palermo, avvocato, il quale si incarica di far capire i tanti modi in cui, grazie anche ad una comunicazione immediata, un cittadino responsabile e proattivo, quale è il volontario della RCS, può fare la differenza nella vita della comunità e dei singoli: tra gli esempi riferiti, il Protocollo d’intesa per consentire l’assistenza dei caregiver ai malati di Covid non autosufficienti ideato dal CCA e approvato dalla Direzione del Policlinico di Catania e poi di fatto esteso, per intervento dell’assessore regionale, a tutte le Aziende, l’aiuto di prossimità realizzato a Messina per la realizzazione del supporto psicologico durante la pandemia, il caso della bambina di Agrigento in carrozzella per la quale si è trovato l’accompagnamento a scuola in meno di due ore, gli oltre 70 casi risolti tempestivamente solo a Monreale nel picco della pandemia, il supporto costante fornito negli Hub vaccinali di Siracusa.

E di comunicazione come strumento fondamentale che unisce e consente condivisione ed efficacia di una rete sociale parla in conclusione Giuseppe Adernò, Riferimento Civico della Salute, dirigente scolastico emerito e Presidente Unione Cattolica Stampa Italiana, sezione di Catania, il quale, con legittimo orgoglio, ricorda che «l’educazione civica, su cui si fondano diritto e dovere di cittadinanza, è nata a Catania» nel 1957 quando al convegno dell’UCIIM al Castello Ursino ci si pose «il problema dell’educazione dei giovani alle virtù civiche e alla democrazia». Ma Adernò va oltre. Parla di “portfolio delle competenze” che attesta ciò che lo studente apprende, fa proprio, arricchisce, della necessità di lavorare in rete, sentendosi «azionisti dell’impresa educativa» per sottolineare che «il progetto e la relazione educativa sono tutti atti “intenzionali” e come tali direttamente legati alla responsabilità, all’impegno, al cuore e alle vocazioni di ciascuno».

In conclusione, dopo il ringraziamento di Pier Francesco Rizza, presidente della Conferenza dei CCA, Pieremilio Vasta sottolinea che «la preparazione condotta con i webinar è rivolta a diffondere e disseminare i temi della Salute Bene Comune in visione innovativa e con la peculiarità della solidarietà d’intenti tra docenti e tutor civici per seminare, insieme alla “radice dell’erba”, la nuova cittadinanza agita e responsabile indispensabile alla crescita civile e spirituale dei singoli e della collettività».