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Lo scienziato dell’epatite Michael J. Sofia riceve il Dottorato honoris causa dell’UniMe

Lo scienziato dell’epatite Michael J. Sofia riceve il Dottorato honoris causa dell’UniMe

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Si è svolta ieri al Palacongressi del Policlinico universitario “G. Martino”, la Cerimonia di conferimento del Dottorato honoris causa in Biologia Applicata e Medicina Sperimentale al prof. Michael J. Sofia. Lo scienziato americano di origini siciliane, illustre personalità riconosciuta a livello internazionale per i suoi studi nel campo della  chimica medica, è stato insignito del riconoscimento per gli importanti risultati ottenuti nella ricerca finalizzata alla cura dell’epatite C e B.Michael J. Sofia, difatti, è stato vincitore, nel 2016, del premio”Lasker De Bakey Clinical Medical Research”, insieme ai proff. Charles Rice e Ralf Bartenshlager, per il Sofosbuvir, progenitore di una classe di farmaci capaci di eliminare il virus C, bloccando l’attività di un enzima indispensabile per la sua replicazione.

Lo scienziato ha tenuto una Lectio doctoralis sul tema “The Discovery of Sofosbuvir and How HCV Was Cured”, mentre la Laudatio è stata effettuata dal prof. Giovanni Raimondo.

“La storia del prof. Sofia – ha detto il prof. Raimondo – è legata all’Italia ed in particolare alla nostra isola. I suoi nonni paterni, infatti, erano originari di Bafia e Castroreale, che ha concesso allo scienziato la cittadinanza onoraria. Alcuni dei suoi parenti sono qui in mezzo a noi. In carriera si è impegnato molto per realizzare farmaci in grado di avere un impatto sulle malattie croniche e la sua più grande scoperta ha consentito di curare l’epatite C che, ancora oggi, in alcune parti del mondo rappresenta purtroppo uno dei principali problemi di salute pubblica. Il prof. Sofia ha inventato il capostipite di una serie di farmaci che hanno rappresentato la fondamentale rivoluzione per il contrasto e l’eliminazione di questa malattia. In Italia già ben 182 mila persone sono state guarite dall’infezione”.

L’idea – ha dichiarato il prof. Sofia – è stata quella di bloccare la replicazione di tutti i tipi di virus dell’epatite C; esistono sei diversi genotipi di HCV e c’è anche la possibilità che si sviluppino forme resistenti di virus. Era, dunque, necessario sviluppare un farmaco che potesse essere attivo nei confronti di ognuna di queste tipologie virali. Per riuscire nell’intento, l’obiettivo più importante è stato quello di bloccare la polimerasi, ovvero, un enzima molto importante nella patologia del virus. Oggi, il Sofosbuvir rappresenta il farmaco principale per la cura dei tipi di virus presenti in natura”.