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Tunisia, crocevia tra Antica Roma e Islam: una terra da riscoprire

Tunisia, crocevia tra Antica Roma e Islam: una terra da riscoprire

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di Massimiliano Cavaleri

“Oltre il Viaggio”

Esperienze e riflessioni di un giornalista appassionato viaggiatore, che ha visitato 63 paesi al mondo, alcuni diverse volte. Racconti di viaggio “oltre il viaggio”: consigli, informazioni, emozioni, curiosità e aneddoti alla scoperta di posti unici e meravigliosi.

Tanti anni fa la Tunisia era una delle mete turistiche preferite dagli italiani per una serie di motivi: vicinanza geografica, costi accessibili, il legame storico col nostro Paese, la possibilità di vivere il deserto o fare mare “immergendosi” in un’atmosfera araba, ma sempre guardando lo Stivale. Insomma a pochi passi, un po’ di tutto.

Il boom delle compagnie low cost, dei voli diretti verso numerose nuove destinazioni, l’apertura di diversi paesi arabi, in primis gli Emirati Arabi Uniti e di recente anche Qatar e Arabia Saudita, hanno fatto calare maggiormente l’attenzione verso questo “vicino di casa”, culminata nell’attentato al Museo del Bardo a Tunisi nel 2015 in cui persero la vita alcuni italiani. Il de profundis. Da quel momento la Tunisia è caduta pressoché nel dimenticatoio, aggravato da una situazione economica non certo florida e da un mancato restyling di strutture e servizi alberghieri che non hanno saputo rinnovare l’attenzione verso questo corridoio turistico. Addio grandi numeri e resort pieni di gente, solo un po’ di pensionati che qui vivono meglio. Davvero un peccato capitale perché, dalla mia esperienza di instancabile viaggiatore – la Tunisia è il 63esimo paese che visito al mondo – la ritengo bellissima e ricca di attrazioni: una terra assolutamente da riscoprire. Stato del Maghreb profondamente legato all’Europa, dove le preziose tracce dell’Impero Romano, della conquista araba – musulmana e del colonialismo francese si sentono e si vedono: dai siti archeologici alle moschee, dall’artigianato locale ai paesaggi desertici, dalle mete balneari alle antiche Medine, offre scorci interessanti, persone gentili che ci chiamano “fratelli italiani” e luoghi magici.
Il mio viaggio è stato on the road ed è iniziato da Tunisi per visitare la capitale, le ampie piazze, la Medina con la moschea Al-Zaytouna, la chiesa di San Vincenzo de’ Paoli, la zona portuale della Goulette e il Museo del Bardo, che ospita una delle più importanti collezioni di mosaici romani al mondo, dove ogni sala sorprende più della precedente. Poco più a nord, l’antica Cartagine, patrimonio Unesco, con una serie di incantevoli siti in grado di testimoniare la maestosità della città, “nemica di Roma” per eccellenza e protagonista delle tre guerre puniche, ad esempio le suggestive Terme di Antonino affacciate da millenni sul mar Mediterraneo; Sidi Bou Said, tipico paesino con stradine e case bianche e blu, un borgo d’arte in cui ha vissuto tra gli altri il celebre pittore tedesco Paul Klee e dove ci può perdere tra caffè e gallerie di opere.

Più a sud, l’affascinante Hammamet, ricca di negozi di ceramiche, tappeti, tessuti, oggetti e souvenir particolarmente belli, colorati ed economici: oltre alla Medina e al lungomare che si estende per chilometri, si riscopre un “pezzo” di storia italiana recente perché per circa dieci anni l’ex presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi visse qui prima di morire nel 2000. La sua tomba si trova nel cimitero adiacente al cuore storico, presidiata ogni giorno da un tunisino “devoto” al leader socialista; la sua storica villa Dar Babar invece è a 4 km dal centro.
Il tour è proseguito verso il sud del paese, al confine con l’Algeria, per esplorare la zona di Tozeur, famosa anche per il lago salato più grande dell’Africa, Chott El Jerid, nei mesi caldi privo di acqua dunque arido e suggestivo perché si può passeggiare sui grossi granelli di sale, mentre in quelli invernali non si può attraversare… diventa un piccolo grande mare! Tozeur vanta una Medina col caffè berbero più famoso della Tunisia: una miscela di ginger, cardamomo, cannella, zafferano ed essenza d’arancia e, nei dintorni, vari incantevoli luoghi desertici come il villaggio di Chebika, una meravigliosa oasi di palme in mezzo al canyon; la Cascata de Tamerza; Star Wars city, villaggi del passato con casette molto basse, in cui è stato girato parte del capolavoro di George Lucas.

Sempre in auto siamo risaliti verso nord per raggiungere il “Colosseo dell’Africa”: l’Anfiteatro Romano di El Jem, patrimonio Unesco ancora in ottime condizioni, il terzo più grande al mondo con capienza di 35mila spettatori, davvero straordinario e poco valorizzato. Tornati sulla costa, immancabili le tappe di Monastir e Sousse, due cittadine sul mare ricche di spiagge, resort e parchi acquatici, in cui le Medine dominano dall’alto i porticcioli turistici e sono piene di suk, circondati da numerosi gatti. Qui si ammirano le antiche fortezze islamiche, denominate ribat: in quella di Harthama, la più antica costruita da arabi, fu girata qualche scena del film “Gesù di Nazareth” del maestro Franco Zeffirelli.

Cosa manca allora davvero alla Tunisia? I turisti. Che oggi forse preferiscono grattacieli, in mezzo al nulla, centri commerciali scintillanti e costruzioni artefatte, a volte neppure degne di nota, luoghi senza storia, senza anima, senza qualcosa da raccontare. La Tunisia invece è un racconto continuo.

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