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Jonathan Galindo e Carlo Acutis. Chi dei due è il vero supereroe?

Jonathan Galindo e Carlo Acutis. Chi dei due è il vero supereroe?

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di Marinella Ruggeri

Lo scorso 30 settembre i principali giornali italiani hanno riportato la tragica notizia di un ragazzino di 11 anni ,di Napoli, che si è tolto la vita.  Il fatto, piuttosto grave, ha condotto ad effettuare adeguati accertamenti e ricostruzioni attraverso l’intervista ai genitori e ragazzi per identificare l’arbitro del gioco mortale online che avrebbe condotto il ragazzino al suicidio. Si tratta di Jonathan Galindo.

La procura di Napoli ha aperto un fascicolo per lo studio di tablet ,cellulari e playstation che sono stati sequestrati ed esaminati:  sui media infatti circola già da tempo il nome di Galindo, questo personaggio rappresentato dall’immagine di un cane antropomorfo, una specie di Pippo della Disney dal sorriso sinistro ,sarebbe collegato una Challenge che avrebbe spinto il ragazzino al suicidio. Su Facebook ,Twitter, Instagram e Tik Tok che sono i profili utilizzati dai nostri ragazzi, molti riguardano Jonathan Galindo .  I ragazzi intervistati riferiscono di essere stati contattati da un profilo con l’immagine di Galindo che chiedeva loro, “vuoi fare un gioco?”. Ma chi è Jonathan  Galindo?

Si tratta di una maschera realizzata da Sammy  Catnipik, conosciuto anche come Samuel Canini, è un quarantacinquenne ideatore di personaggi fantastici, esperto di effetti speciali analogici e performer, conosciuto anche col soprannome di ‘the Dusky Sam’. Attivissimo online ed in particolare su Instagram e Twitter  dove pubblicizza le sue creazioni;  con i suoi profili Samuel appare uno dei più entusiasti animatori della comunità di cosplayer antropomorfi,  che sono più che altro manifestazioni di un’ estetica grottesca che accomuna tutte le maschere create e indossate da ‘the Dusky Sam’.  La più famosa è Larry  LeGeuff, cioè il Pippo della Disney dai tratti più umani, ambigui e sordidi, riproposto da Samuel sui social tra il 2011 e il 2014 ; sarà proprio Larry a diventare il volto sinistro di Jonathan Galindo. Il creatore di questa maschera però non ha nulla a che fare con l’esplosione del macabro meme, e nonostante sembrasse all’inizio divertito dalla seconda vita di Larry LeGeuff ne ha subito preso le distanze quando l’immagine ha iniziato ad essere associata alle molestie online . Infatti, tramite Google Trends, si osserva come l’interesse per la ricerca Jonathan Galindo sia cresciuto soprattutto nel maggio 2020, per raggiungere il picco nel mese di luglio 2020. Le prime menzioni avvengono fra l’8 ed  il 14 gennaio 2017 con epicentro in America Latina: è  già da tre anni che esiste sul web un alto numero di utenti che associa la maschera di Larry  LeGeuff ed il nome di Jonathan  Galindo.  Oggi lo pseudonimo di Jonathan Galindo rappresenta il personaggio più in voga da ricercare sul web.  Non è possibile risalire al celebre profilo Facebook che è stato eliminato ma è possibile osservarlo in una video-reaction caricata su youtube da ElReiDelRandom già qualche ora dopo la cascata di tweet. Grazie al canale sopra citato, il fenomeno ‘Jonathan Galindo’ arriva sulla piattaforma di video streaming. Il 20 gennaio 2017, DrossRotzank, celebre youtuber argentino, carica uno dei primi de booking dedicati a Jonathan  Galindo. Ancora, seppur grottesco, Galindo non era associato a nessun tipo di molestia online . Solo nell’ estate del 2020 Galindo si conferma un fenomeno creepypasta,  cioè, una leggenda metropolitana online a sfondo terrorifico, che ricorda fenomeni analoghi come Momo, Samara e Blue Whale.

In questo momento non si sa chi siano i responsabili dell‘ennesima reinvenzione del Pippo antropomorfo: quello che sappiamo è che il 23 maggio 2020, su Twitter, il  nome Jonathan è scritto con la h nella posizione sbagliata. Ciò fa pensare che lo youtuber facesse riferimento alla versione latino americana del pupazzo antropomorfo. nella stessa settimana Google Trends registra un aumento delle ricerche sul personaggio. Quest’estate i picchi più alti si sono evidenziati in Vietnam e nei Paesi Balcanici; il 18 luglio 2020 la polizia albanese mette in allarme i genitori sul pericolo rappresentato da questo gioco online. In Albania la settimana dal 19 al 25 luglio corrisponde al numero più alto di ricerche su Google associato a Jonathan Galindo. Anche in Vietnam c’è stato un incremento  esponenziale tra il 5 e l’11 luglio 2020 ,seguito dal declino e da una fase di staticità che arriva fino ai giorni nostri. L’ arrivo di Jonathan Galindo si concretizza nella circolazione di una serie di presunti screenshot di conversazioni private in cui la persona invitata a partecipare alla sfida viene bullizzata dal suo aspirante persecutore, sottraendo informazioni private, o invitandola  ad una resa dei conti . Tutto questo anziché allontanare, attrae ulteriormente i ragazzini, che oggi anche nella nostra nazione, o meglio ancora, nella nostra città, hanno deciso di essere loro i Jonathan Galindo, in un gioco di ruolonei panni di cyberbulli.  Molti dei nostri ragazzini mettono nel loro profilo Whatsapp la foto di Jonathan  Galindo . È in corso un sistema di manipolazione psicologica pericolosa, che induce alla paura ma anche alla ricerca del pericolo fino all’estremo. Il trend dell’estate 2020  è associato a questa challenge, ormai molto popolare e spesso utilizzata  per dare visibilità ai propri contenuti anche quando non hanno a che fare con Galindo. Quindi tutto può andare bene se serve a darmi visibilità , a dire che esisto. È quasi un bisogno  frenetico di affermare sul web quello che non si riesce ad affermare di sè nella vita reale.  Su Twitter infatti c’è chi annuncia di voler vestire i panni del cane antropomorfo per spaventare i propri amici e, dalla parte delle presunte vittime, c’è chi manifesta la propria disponibilità ad essere contattato:  la vittima cerca il suo carnefice. Il soggetto  prende l’iniziativa ed inizia la conversazione con alcuni dei tantissimi account cloni, lamentandosi per non avere ricevuto nessuna risposta e quindi tutto a un tratto , tutti su Tik Tok vogliono  essere contattati da Jonathan Galindo per guadagnare a loro volta migliaia di visualizzazioni.  A sua volta, la challenge  di Galindo avrebbe lo scopo di spaventare la persona con cui entra in contatto, convincendo l’ interlocutore a prendere parte al cosiddetto gioco. L’ “arbitro” della challenge esordisce con il  messaggio privato “vuoi fare un gioco?”, con lo scopo di spaventare la vittima dimostrando di conoscerne l’ ubicazione attuale e l’indirizzo IP, ovvero la targa del PC che usa per  navigare su internet ed a questo punto assegna alla vittima delle prove pericolose e mortali. Ma chi c’è dietro Galindo? Uno, nessuno  e centomila. È il solito meccanismo subdolo del cyberbullismo, perché chiunque può infatti vestire i panni di chi desidera sui social, esattamente come è stato per le altre challenge ad alto potenziale di emulazione. Si richiama esplicitamente una mitologia horror tendente all’ autolesionismo, in cui i target diffusori della storia sono giovani sotto i 18 anni. viene utilizzato sempre il social del momento:  prima era Twitter poi Whatsapp ,ora sono Tik Tok  e Discord .

 Le riflessioni che siamo chiamati a fare in qualità di medici con cui i ragazzi vengono a contatto, in qualità di genitori,  di insegnanti, ma anche di cittadini di questa società, ci spingono a sentirci responsabili  nel nostro ruolo, per riprenderci ciò che Galindo ci toglie. Il nostro compito principale è quello di essere pedagogisti amorevoli e presenti. Questo fenomeno è lo specchio della nudità dei giovani davanti al web: i nostri ragazzi lo assorbono in maniera amplificata, impersonando questi personaggi che li fanno sentire importanti, supereroi, fino a perdere la consapevolezza di ciò che è reale e di ciò che è virtuale . C’è un BISOGNO DI CONFERMA da parte loro, che richiede la nostra PRESENZA nella loro vita per  ridurre la necessità di ricorrere a maschere pericolose e manipolatorie che inducono al gioco di ruolo, e che insinuano nella loro mente il potere di diventare  “personaggi” che pur di essere visibili possono  danneggiare gli altri fino al “punto di non ritorno”.

 Carlo Acutis nasce  il 3 maggio 1991  a Londra, da una coppia italiana che si trovava in Inghilterra per motivi di lavoro. Poco dopo, si trasferì con la famiglia a Milano dove frequentò la scuola elementare, la scuola  media e il liceo classico presso i Gesuiti dell’istituto Leone XIII. La sua devozione  fu rivolta particolarmente all’Eucarestia. Oltre gli interessi normali di un adolescente, si adoperava a trascorrere il suo tempo libero con “ gli ultimi”. Tra le sue passioni c’era l’informatica, per la quale mostrava un grande talento e della quale si serviva per testimoniare la fede attraverso la realizzazione di siti web. Per questo motivo viene indicato come possibile futuro patrono di internet . Nel 2006 si ammalò improvvisamente di leucemia fulminante e morì il 12 ottobre dello stesso anno,  all’età di soli 15 anni. In seguito ad un presunto miracolo addebitato  alla sua intercessione, nel mese di novembre 2019 si riunì  la consulta medica che  diede parere positivo, a seguito del quale nel 21 Febbraio 2020, il miracolo venne  riconosciuto da Papa Francesco. Pertanto, proprio in questi giorni, il 10 ottobre 2020,   è avvenuta la  sua beatificazione ad Assisi. Tra le varie frasi testamentarie che lascia…”  tutti nascono originali e molti muoiono fotocopie”….

Ecco che, mentre il personaggio virtuale di nome Jonathan Galindo tende a creare fra i nostri giovani tante  fotocopie,  il personaggio reale, Carlo Acutis, adolescente del web, ci richiama al valore dell’originalità.

Pertanto per essere super non si può essere fotocopie e, peggio ancora, non si può morire  da fotocopie.  Questo messaggio, trasmesso ai nostri giovani da un loro coetaneo DEVE essere anticorpale , per recuperare la loro immunità psichica. Noi siamo chiamati a confermarli,  spiegando loro che l’unica strada possibile per diventare SUPEEROI è quella che passa da loro stessi e dal loro essere UNICI e ORIGINALI.